Il senso di responsabilitá e l’etica della cura nell’esperienza di tirocinio risultati di un’ indagine qualitativa
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Abstract
Uno dei valori più importanti per chi opera in ambiente sanitario è il senso di responsabilità: quest’ultimo deve essere sia giuridico che etico perché, nel relazionarsi con la persona che soffre, con i suoi valori, con il suo vissuto, si deve cercare non solo di assolvere ai doveri propri della professione infermieristica, mettendo in atto procedure tecnicamente corrette, ma anche di tutelare la dignità del paziente e di trasmettere senso e significato alla propria professione.
L’articolo fa riferimento ad un lavoro di tesi che ha avuto il fine di comprendere se il senso di responsabilità sia diffuso nella pratica infermieristica, se sia percepito dai tirocinanti, se sia trasmissibile per i tutor. Lo scopo era quello di individuare elementi di innovazione e possibili strategie utili a potenziare e a rimodulare i percorsi di formazione rivolti agli studenti.
METODI:
I metodi utilizzati sono stati due: il primo, fondamentalmente teorico, ha fornito il substrato con il quale comprendere il significato etimologico ed etico-giuridico del termine “responsabilità”, le implicazioni proprie del processo di cura nonché le strategie attivate nella formazione rivolta agli studenti; il secondo, sperimentale-qualitativo, ha previsto la somministrazione di due questionari, uno rivolto ai tutor e l’altro ai tirocinanti e l’analisi qualitativa e comparata dei dati emersi.
Il questionario è stato strutturato tramite quesiti a risposta chiusa e quesiti a risposta aperta, il tutto tramite drive, in modo da consentire il monitoraggio in tempo reale dei dati raccolti.
La metodologia sottesa è stata quella fenomenologico - interpretativa ossia la percezione del senso circa il vissuto esperienziale della persona nel contesto in cui opera.
RISULTATI:
Attraverso l’analisi dei risultati delle risposte ai questionari, è stato possibile dedurre se il senso di responsabilità venga trasmesso e con quali strategie, quale sia il livello di percezione e il senso attribuito a tali tematiche, le diverse dinamiche con le quali vengono strutturati i percorsi di tirocinio, i possibili suggerimenti per migliorare la formazione dei futuri infermieri. L’articolo riporta i grafici di restituzione dei dati e la relativa analisi presenti nel lavoro di tesi.
CONCLUSIONI:
L’analisi comparata delle risposte ha consentito l’individuazione di alcune proposte utili al potenziamento e alla rimodulazione dei percorsi di tirocinio propri dei contesti sanitari quali: la predisposizione di incontri di formazione che consentano feedback costanti con l’equipe sanitaria, la necessità di attivare spazi di confronto sull’etica nonché nuove strategie di relazione terapeutica. Il senso di responsabilità non deve apparire come un’imposizione, ma deve diventare un habitus, una parte imprescindibile del nostro agire.
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Riferimenti bibliografici
https://books.openedition.org/aaccademia/399?lang=it
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Idem
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A titolo di esempio, si veda M. Heidegger (Essere e tempo), U. Curi (Le parole della cura. Medicina e filosofia, 2017), Mortari Luigina (Filosofia della cura), U. Eco (Lectio magistralis sul tema del dolore).
R. Costanza, La questione infermieristica: prendersi cura o curare?, Casa editrice Ambrosiana, Milano 2012
A titolo di esempio: Student Evaluation of Clinical Education Environment (SECEE) (SandJecklin, 2009), Clinical Learning Environment and Supervision Scale + Teacher Scale (CLES+T) (Saarikoski et al., 2008), Clinical Learning Environment Diagnostic Inventory (CLEDI) (Hosoda, 2006), e Clinical Learning Environment Inventory (CLEI) (Chan, 2001; Chan, 2003).
Gli esponenti di tale modello, che risale agli anni Settanta-Ottanta, sono Kolb, Pfeiffer e Jones. Questo modello ritiene che l’esperienza abbia una forma che potremmo definire circolare: io agisco, sono coinvolto in prima persona, e imparo attraverso il mio fare. Ciò mi consente di acquisire concetti che poi sono in grado di sperimentare.
Il modello, proposto da Knowles, si basa sull’analisi di alcuni problemi i cui obiettivi sono stabiliti dagli stessi studenti. Una delle risorse più importanti è l’esperienza come tale che deve essere quindi valorizzata. Questo, a livello pratico, si potrebbe tradurre in: discussione, all’inizio della giornata di tirocinio, sui pazienti che si hanno in carico e sulle loro problematiche. Alla fine della giornata, il tutor darà dei feedback sul lavoro dello studente e sul raggiungimento o meno dell’obiettivo
Questo modello è incentrato sulla possibilità che ha un docente tutor di sviluppare l’apprendimento iniziando dalla pratica professionale. Questo è sicuramente il modello che può permettere allo studente di esprimersi al meglio e potrebbe indicare un tipo di approccio alla pratica infermieristica in cui lo studente, all’inizio della
giornata di tirocinio, prende in carico un tot di pazienti, organizza la sua giornata di lavoro secondo le necessità dei singoli pazienti e agisce. Questo modello è però da considerarsi attuabile solo in studenti già con un bagaglio piuttosto fornito, ad esempio al terzo anno di infermieristica o studenti che stanno svolgendo dei master di I o II
livello.
In questo modello risulta centrale l’analisi dell’interazione sociale e l’interpretazione che ad essa viene data. In questa forma di apprendimento, le persone coinvolte devono tenere in considerazione le attese altrui e agire in modo cooperativo nel soddisfare i bisogni. L’apprendimento deriva dall’esperienza (come il modello di Kolb) e l'esperienza può essere trasformata in conoscenza.
A titolo di esempio, si veda https://www.ordineinfermieribologna.it/files/2015/0 4/11-Ricercaqualitativa-1.pdf; https://repository.supsi.ch/9936/1/MIS_2016_etica %20dellacura.pdf