Conoscenze e consapevolezza sul fumo di terza mano uno studio osservazionale
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Abstract
Introduzione
Il fumo di tabacco risulta essere con tutta probabilità, la forma di abuso di sostanza più diffusa e antica del mondo. Esso risulta essere una vera e propria miscela di circa 12.000 sostanze chimiche di cui solo 4.000 sono state individuate con assoluta certezza. Dal punto di vista tossicologico i componenti più importanti si suddividono in sostanze tossiche, sostanze cancerogene e sostanze irritanti ed ossidanti.
Oggigiorno il 40% dei bambini, il 33% dei non fumatori e il 35% delle donne non fumatrici, è esposto al fumo passivo responsabile della morte di circa 600.000 persone all’anno.
Il fumo passivo, ossia l’inalazione involontaria di fumo di tabacco disperso nell’ambiente, che comprende il fumo prodotto sia dalla combustione della sigaretta o di altro prodotto del tabacco da fumo sia dall’espirazione del fumo dal fumatore, diluito con aria dell’ambiente, è a tutt’oggi una delle esposizioni più importanti e più diffuse nell’ambiente confinato. Le sostanze emesse vengono assorbite anche dagli arredi che le rilasciano lentamente (fenomeno detto “fumo di terza mano”), cosicché l’esposizione al fumo passivo dura per un tempo di gran lunga superiore rispetto a quando sono state esalate.
L’esposizione al fumo di terza mano comporta l’inalazione involontaria di sostanze cancerogene e di altri componenti tossici e nocivi per la salute, aumentando il rischio di gravi patologie. I neonati e i bambini risultano essere maggiormente sottoposti ai rischi correlati al fumo di terza mano. Ciò è favorito dal diretto contatto sia con le superfici contaminate, sia con eventuali adulti fumatori che si accingono a prenderli in braccio. Inoltre, nei neonati il fumo passivo si rivela anche un importante fattore di rischio di Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), ossia il decesso improvviso ed inaspettato di un lattante inferiore all'anno di vita senza cause accertate; oltre ad essere associato ad un incremento di otiti, infezioni respiratorie, disturbi del neurosviluppo, deficit dell’attenzione e iperattività.
La sigaretta elettronica nasce come un incentivo a smettere di fumare; tuttavia, non vi è evidenza scientifica di tale beneficio né garanzia sulla sicurezza d’uso. Indagini governative hanno rilevato quantità di nicotina diverse rispetto a quanto dichiarato dalle case produttrici, oltre alla presenza di tracce di metalli pesanti, composti organici volatili, particolato, idrocarburi e nitrosamine.
Esiste dunque un evidente rischio di esposizione al fumo passivo associato anche alla sigaretta elettronica.
Obiettivi
Lo scopo di questo studio è quello di analizzare il grado di consapevolezza legato al fumo di terza mano, al fine di individuare strategie per fronteggiare le ripercussioni di tale problema sociale e sanitario.
Metodi
È stato condotto uno studio osservazionale mediante la somministrazione on line di un questionario strutturato autosomministrato volto ad indagare le conoscenze e la consapevolezza legata al fumo di terza mano. I partecipanti erano studenti dell’area sanitaria, professionisti sanitari e soggetti estranei al lavoro sanitario residenti nel territorio italiano.
La raccolta dei dati è avvenuta tra Aprile e Luglio 2018.
Risultati
Un totale di 3795 soggetti ha partecipato allo studio compilando il questionario on line.
Tra gli intervistati, il 68.6% (n=2603) ha dichiarato di non fumare; il restante 31.4% (n=1192) invece ha affermato di fumare sigarette tradizionali, sigarette elettroniche, sigaro, marijuana o altri dispositivi per il fumo. La maggior parte (60.3%; n=1244) degli intervistati ha iniziato a fumare tra i 16 e i 20 anni, mentre nel 20.8% (n=429) dei soggetti l’esordio al tabagismo ha avuto luogo tra i 10 e i 15 anni.
I fumatori indoor e in presenza di bambini e/o donne gravide sono il 3,3 % (n=126), mentre coloro che dichiarano di non fumare in presenza di bambini e donne gravide sono il 36.3% (n=1377). Inoltre, il 15% (n=570) degli intervistati afferma di fumare nei locali interni come auto e/o appartamento.
Più della metà degli intervistati, 55.8% (n=2118), riferisce di aver convissuto durante l’infanzia con parenti e conviventi che avevano l’abitudine di fumare in appartamento.
Solo il 31.2% (n=1184) degli intervistati dichiarano di sapere cosa sia il fumo di terza mano. Di fatti, il 53.7% (n=2038) dei rispondenti afferma di essere inconsapevole che un fumatore dopo aver spento una sigaretta esala sostanze nocive per diversi minuti.
Tuttavia, il 60% (n=2277) del campione dichiara di essere consapevole che numerose sostanze nocive originate dal fumo di sigaretta resistono e si depositano per molti mesi su oggetti, vetri e piastrelle. Inoltre, l’85% degli intervistati è consapevole anche del deposito delle sostanze nocive del fumo sulla pelle, nei vestiti, nei capelli e che aumentano il rischio di tumori, malattie dell’apparato respiratorio e molte altre patologie.
Per quando riguarda la consapevolezza che fumare indoor aumenta il rischio di morte improvvisa nel neonato ed infezione delle vie respiratorie nel bambino è confermata dal 70.4% (n=2672) del campione.
Infine, in relazione alle sigarette elettroniche (E-Cig), il 56% (n=2125) degli intervistati è consapevole che queste producono emissioni di particelle fini ed ultra-fini che raggiungono le zone più profonde dell’apparato respiratorio.
Discussioni
Nonostante le numerose evidenze scientifiche dimostrino che il fumo rappresenta il principale fattore di rischio per i tumori e per le malattie respiratorie non neoplastiche, ad oggi in Italia ed in tutto il mondo, sono ancora tanti, troppi, i soggetti con dipendenza da nicotina e altre componenti del tabacco. Inoltre, nonostante la collettività sia a conoscenza dei danni che il fumo provoca, gran parte di essa ha un grado di consapevolezza legato al fumo passivo deficitario.
In molti fumatori è presente una distorsione dell’immagine del proprio io: un fumatore di sigarette tradizionali riconosce di essere un fumatore, mentre un fumatore di sigarette elettroniche, difficilmente si riconosce come tale.
Infine, in Italia è in vigore la Legge n° 3 del 16/01/2003-art.51. che persegue il fine primario della “tutela della salute dei non fumatori”; ciò nonostante, molti fumatori continuano a fumare nei luoghi chiusi, anche in presenza di bambini o donne in gravidanza, non curanti dell’aumentato rischio e dei danni derivanti dall’inalazione involontaria di sostanze cancerogene e di altri componenti tossici e nocivi per la salute.
Conclusioni
Il grado di consapevolezza legato al fumo di terza mano risulta essere, a tutt’oggi ancora deficitario. Per tanto, si rendono necessarie azioni di educazione sanitaria rivolti all’intera collettività, oltre a provvedimenti legislativi atti a vietare l’uso delle sigarette elettroniche negli ambienti pubblici chiusi.
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