Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale nelle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali Stato dell’arte in Sardegna

Abstract

INTRODUZIONE
Le malattie infiammatorie Croniche Intestinali, note con l’acronimo MICI, sono considerate “malattie sociali” visto il loro impatto economico sulla sanità pubblica e le conseguenze sul benessere fisico e psicologico dell’individuo.
Si tratta di un gruppo di malattie rappresentate principalmente dal Morbo di Chron (MC) e dalla Rettocolite Ulcerosa (RCU) e caratterizzate da un andamento intermittente, in cui le fasi di attività di malattia si alternano a periodi di quiescenza dei sintomi.
Un approccio multidisciplinare e personalizzato nei confronti di queste patologie, tipico di un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), può fare la differenza in termini di qualità e uniformità delle cure ma soprattutto aumenta la soddisfazione dei pazienti nei confronti dell’assistenza ricevuta. In Sardegna non esiste un PDTA nella gestione delle MICI e gran parte dell’assistenza si realizza in un contesto Ospedaliero, rendendo più difficile il raggiungimento di alti standard di qualità assistenziale su tutto il territorio Sardo.

OBIETTIVI
In questo articolo si presenta una riflessione sull’assistenza erogata ai pazienti con MICI nella nostra Isola, facendo riferimento all’Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) Duilio Casula di Monserrato e in particolare all’Unità Operativa di Gastroenterologia, dove è stato svolto uno studio il cui obbiettivo è stato quello di capire se un PDTA per queste patologie possa avere un impatto positivo sul benessere dei pazienti e se i pazienti siano soddisfatti o meno della presa in carico attuale della malattia.

METODI
Per raccogliere le informazioni pertinenti allo studio si è preferito mettere in primo piano le esperienze dei pazienti: 40 pazienti affetti da una MICI sono stati sottoposti ad un’intervista strutturata costituita da 17 domande, che ha indagato su vari aspetti, assistenziali e non, della malattia, incluso la soddisfazione dei pazienti nei confronti dell’assistenza infermieristica ricevuta.

RISULTATI
Dopo aver riordinato i dati ottenuti dal racconto dei pazienti, è emerso che le criticità nella gestione clinico- assistenziale di queste malattie riguardano principalmente il ritardo diagnostico, la poca attenzione verso il bisogno di sapere del malato e verso l’impatto psicologico che la malattia ha sulla persona.
Inoltre, i pazienti stessi hanno messo in evidenza come la carenza di centri MICI specializzati in Sardegna rappresenti un ostacolo nell’accesso a standard di cura elevati.
Nonostante questi aspetti la totalità dei pazienti si ritiene soddisfatta dell’organizzazione assistenziale attuale e i punti di forza della presa in carico attuata dall’U. O di Gastroenterologia, sede dello studio, pare siano proprio il focus sul paziente e un approccio più umano di tutto il personale, sia medico che infermieristico.

DISCUSSIONE
Ciò che fa la differenza nell’assistenza al malato cronico è l’empatia di tutto il personale ma anche la continuità assistenziale, che dovrebbe prevedere una serie di interventi realizzati in un contesto extra- ospedaliero.
L’unica costante valutata da gran parte dei pazienti in modo positivo è l’assistenza infermieristica, a dimostrazione del fatto che per gli infermieri, essendo coloro che tra gli altri professionisti hanno un rapporto prolungato con il destinatario di cura, saper riconoscere le situazioni di disagio è un abilità fondamentale.
La qualità delle informazioni, una delle criticità espresse dai pazienti, rende l’accettazione della malattia ancora più complessa: un piano educativo personalizzato, che preveda la possibilità da parte del paziente di fare domande, lo aiuta a metabolizzare le informazioni sulla malattia.

CONCLUSIONI
Con l’adozione di un PDTA per le MICI sarebbe possibile superare le criticità messe in evidenza dai pazienti, poiché le visite specialistiche (in caso di sintomi riconducibili ad una MICI) verrebbero svolte in tempi più rapidi e sarebbe possibile effettuare un piano educativo “ad hoc” per la persona, utilizzando eventualmente materiale informativo.
Inoltre, con l’implementazione delle attività ambulatoriali, sarebbe possibile rispondere ai bisogni di un maggior numero di pazienti Sardi affetti da una MICI e grazie all’implementazione della telemedicina, si potrebbe “portare” l’assistenza sanitaria a casa del paziente (attraverso una telefonata o una videochiamata).